Investire su giovani e formazione per rispondere alle sfide di oggi: digitalizzazione e internazionalizzazione. È la direzione in cui le imprese devono muoversi, secondo il professor Lorenzo Zanni, del dipartimento di Studi Aziendali e Giuridici (DISAG) dell’Università di Siena.
Professor Zanni, Primavera d’Impresa si rivolge alle micro, piccole e medie imprese toscane, che di fatto reggono buona parte del tessuto economico locale. Questa caratteristica è un vantaggio?
Ha pregi e difetti. Circa trenta anni fa questo modello era stato dato per morto, invece oggi garantisce vantaggi competitivi. Uno dei pregi è l’attenzione agli aspetti sociali, all’impatto sul mercato del lavoro: nei momenti di difficoltà ha maggiore tenuta sociale. Ha però anche dei limiti, soprattutto sul fronte del ricambio generazionale con i conseguenti ritardi nell’innovazione tecnologica e nell’internazionalizzazione. In Toscana, la piccola impresa è in ritardo su queste due sfide.
Di cosa hanno bisogno le piccole e medie imprese oggi per svilupparsi?
Puntare sulla formazione dei dipendenti. Da un’indagine commissionata nell’ultimo anno dalla Regione, che ha coinvolto sette dipartimenti di Ingegneria ed Economia delle università di Firenze, Pisa e Siena e 500 piccole e medie aziende, è emerso che queste hanno investito nel settore delle risorse tecnologiche, ma hanno ritardi nella dotazione di competenze umane e di modelli organizzativi. Non siamo fermi, ma abbiamo un tessuto imprenditoriale che ha fatto questo ricambio solo in parte.
Come si può creare un ambiente favorevole all’innovazione?
E’ necessario che gli attori, cioè università, imprese, banche, enti collaborino bene tra loro. Come dipartimento DISAG e come Liaison Office lavoriamo sulle start-up di studenti, sulle idee delle imprese del futuro. Per noi la sfida è lavorare sulla formazione e supporto alla giovane imprenditoria, che integri l’industria sul territorio.
Quanto e perché sono importanti le reti d’impresa?
Fare rete è importantissimo, ma per farle funzionare devono essere autosufficienti sul piano economico e devono superare il problema della conflittualità. Non è facile creare collaborazione tra piccole imprese locali, paradossalmente è più facile tra le grandi imprese. E’ necessario mettere insieme attori che possono dare competenze complementari.
Che contributo possono dare al territorio iniziative come Primavera d’Impresa?
Prima di tutto è un modo per conoscere le diverse esperienze, per creare collegamenti tra attori regionali diversi. La nostra sfida, come Università, è cercare di fare in modo che i ragazzi possano conoscere le imprese per avere poi opportunità di lavoro ed orientamenti nella futura crescita professionale.