Lavora il vetro come fosse una pietra preziosa, crea e produce da sola dei veri e propri gioielli. Si definisce “un’artigiana artistica” Caterina Zucchi, titolare di Studiozero Vetro, e alle spalle un’esperienza lunga 15 anni.
Come lavora?
Da sola, sono la mia azienda. Creo e disegno accessori in vetro soffiato di Murano, 100% fatti a mano. Il mio obiettivo è riuscire a collocare l’accessorio in vetro in una categoria più alta, quella del gioiello contemporaneo. Lavoro con l’obiettivo di dare più valore al vetro, come fosse una pietra preziosa e interpretarlo non come fosse solo ornamento per il corpo, ma come accessorio che narra qualcosa di noi e che ci rappresenta. Questo per me si lega a concetto di contemporaneità.
Perché ha scelto di candidarsi a Primavera d’Impresa?
Perché penso che sia necessario mettere in evidenza l’artigianato, la creatività e il fatto a mano. L’artigianato è e deve essere considerato non un gioco di colori e materiali, ma un vero e proprio mestiere. Purtroppo noto che in tante situazioni non viene considerato tale. Io mi definisco un’artigiana artistica, perché non solo creo oggetti tecnicamente ben fatti, ma perché la mia lavorazione è espressione della mia personalità, come un prolungamento di essa. Artistica dunque, per l’intuizione creativa che metto nel pezzo che realizzo.
Cosa l’ha colpita delle scorse edizioni?
La ritengo una concreta opportunità, un progetto serio e ben strutturato. Ciò che c’è in palio è qualcosa di veramente utile per sviluppare la mia attività.
Da quest’anno Primavera d’Impresa affronta anche temi di approfondimento specifico che produrranno eventi tematici durante tutto l’anno. Quali vorrebbe trattare?
L’uso dei social. È importante saperli usare al meglio per lavorare e imparare a capire quanto in essi ci sia di vero e di falso. Un altro tema che mi piacerebbe venisse affrontato è quello delle fiere, che secondo me in Italia non funzionano: sarebbe importante capire come riuscire a risollevarne certi aspetti commerciali.