Una web app per monitorare gli ingressi nelle chiese e tecnologie che evitano assembramenti. L’innovativa e giovanissima start-up G-move, nata a ottobre dell’anno scorso, si occupa di monitoraggio di flussi di persone e durante la pandemia ha saputo rispondere bene alle esigenze del mercato

Marco Mesumeci, come avete gestito questa fase di emergenza?

In questo periodo il nostro lavoro è stato particolarmente utile per cercare di evitare il rischio di assembramenti. Abbiamo anche aperto trattative con clienti prima irraggiungibili. Certo,  ci sono state delle difficoltà e abbiamo perso qualche commessa, ma allo stesso tempo si è creata un’opportunità di mercato nuova.  Come la web app che consente al personale che controlla gli ingressi in chiesa di monitorare in maniera costante e in tempo reale il numero di persone all’interno, indicare quanti fedeli potranno ancora entrare e quando sarà invece il momento di fermare gli ingressi.

Vi state specializzando in questo campo?

Questo progetto per noi è un po’ come un binario parallelo, ma è anche vero che le stesse tecnologie usate in questo ambito possono essere implementate anche in altri.E’ quello che stiamo cercando di fare. Abbiamo già in atto una sperimentazione nel retail e abbiamo avviato delle trattative per riuscire ad utilizzare le nostre tecnologie anche nei trasporti, nei mezzi pubblici e nelle stazioni, nelle smart city, nelle piazze. Come start up, per noi è importante cominciare a ingrandire la nostra fetta di mercato e in termini di prospettive future adesso abbiamo tante nuove porte aperte.

A livello organizzativo, la vostra attività ha subito cambiamenti sostanziali?

Decisamente. Siamo tutti giovani e siamo passati allo smart working in maniera integrale, senza alcuna difficoltà di adattamento perché siamo abituati a usare le nuove tecnologie. Per noi è stato un vantaggio, in termini di tempo guadagnata negli spostamenti da una riunione all’altra. Spero che si possa continuare. 

Quindi continuerete con le modalità di lavoro che avete adottato durante l’emergenza?

Credo che cercheremo di fare una via di mezzo: non tutto online perché sarà bello anche rivedersi, ma dallo smart-working è emersa una comodità e dunque ne approfitteremo.

Come vedete il futuro?

La crisi vera e propria potrebbe essere  terminata e anche per noi, che abbiamo potuto tirar fuori da questa situazione delle opportunità, stiamo tornando alla normalità. Per quanto riguarda il futuro, confidiamo nella maggiore attenzione alle tecnologie innovative che si è venuta a creare in questo periodo. Con la quarantena, le persone si sono avvicinate al mondo digitale e hanno potuto apprezzare i vantaggi della tecnologia  In Italia siamo indietro e questa situazione, per quanto difficile,  potrebbe averci fatto fare uno slancio in avanti.