Infrastrutture, prof. Marradi: “Il nostro sistema dei trasporti
è tra i più inquinanti”
Ripartire dalle infrastrutture, per far crescere i territori e rendere le nostre imprese più competitive. La vera sfida è cambiare modello: creare opere che garantiscano più efficienza e più sostenibilità ambientale e sociale, utilizzando tutte le tecnologie innovative che sono a disposizione e che permettono uno sviluppo intelligente e rispettose dell’ambiente. Ma è possibile? Ne parliamo con il prof. Alessandro Marradi, professore del Dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università Pisa, membro Cts CRISIS e relatore al webinar del 15 giugno “Infrastrutture: la leva per una ripartenza sostenibile”
Professore, a che punto siamo?
Tutti parlano di ambiente, sostenibilità, valorizzazione delle risorse paesaggistiche, turismo come motore trainante…. Bene. Come si concilia tutto questo con uno dei sistemi più inquinanti che abbiamo, ossia quello dei trasporti? Eppure proprio perché questo sistema è quello meno verde basterebbe investirci un po’ di risorse per vedere subito dei grandi risultati, sia economici, ambientali e sociali: i tre pilastri della sostenibilità.
E cosa ci blocca?
Molti politici non fanno altro che parlare di investimenti nelle infrastrutture per far ripartire il paese, senza sapere bene di cosa stiamo parlando, di chi è in grado di gestirli e di come poter fare per indirizzare nel modo giusto costruzioni e manutenzioni. Indicare la strada credo sia facile. “Bisogna investire nelle infrastrutture e nella ricerca”, sono frasi che sento da sempre, ma poi, all’atto pratico…
Di cosa abbiamo bisogno?
La macchina organizzativa ha bisogno di progettazioni, monitoraggi, realizzazioni, controlli, collaudi. Insomma, tra il dire e il fare c’è tanto mare di mezzo…