Meccatronica, robotica e realtà virtuale per la riabilitazione neuro-motoria e cognitiva: è il core business di Humanware, spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, una squadra di ricercatori e ingegneri nata a fine anni Novanta. Humanware sviluppa e brevetta dispositivi robotici per la riabilitazione in grado di consentire un decisivo passo in avanti verso una riabilitazione più intensa e divertente per i pazienti e più vantaggiosa e comoda per i terapisti. Archiviato il 2019 con un fatturato di circa mezzo milione di euro, Humanware sta riorganizzando i propri piani di sviluppo a seguito dell’epidemia di Covid-19.
“Fin dalla nascita della società, l’obiettivo ultimo era trasferire nelle strutture territoriali di bassa intensità e a casa del paziente le attività di riabilitazione, attraverso dispositivi robotici piccoli e poco invasivi ma dotati di tecnologie molto complesse, arrivando finalmente a rendere reale la teleriabilitazione”, spiega il Ceo Andrea Scoglio.
“L’epidemia di coronavirus ha fatto emergere ulteriori potenzialità di questi strumenti, perché ha provocato la paura dei pazienti rispetto al ricovero in ospedale, percepito come luogo di potenziale contagio: lo dimostra il numero crescente di infarti e ictus che si è registrato in questi mesi”, prosegue Scoglio. “Se Maometto non va alla montagna, la montagna deve andare da Maometto: con i nostri strumenti, i pazienti che necessitano di proseguire un percorso di riabilitazione possono essere seguiti a casa perché il terapista può seguirli in tempo reale grazie al collegamento da remoto”.
Humanware ha già sviluppato la tecnologia necessaria per soddisfare il livello base del servizio e per il prossimo futuro sta selezionando partner attivi nello sviluppo di piattaforme telematiche dedite all’interazione uomo-uomo: “Abbiamo già individuato alcune partnership potenziali – dice il Ceo dell’azienda –. Una volta conclusa la selezione, ci dedicheremo allo sviluppo ulteriore della nostra offerta”.
Humanware intende giocare da protagonista la partita del post-Covid: “Siamo vicini all’obiettivo di mettere a punto un’offerta per la sanità regionale che attraverso i sistemi robotici rafforzi il presidio della sanità territoriale, il cui ruolo strategico è stato evidenziato proprio durante l’epidemia di coronavirus – dice ancora Andrea Scoglio -. Ci rivolgiamo sia a interlocutori pubblici che privati: serve un cambiamento di paradigma nella gestione delle relazioni fra curanti e pazienti e le nuove tecnologie di meccatronica, robotica e realtà virtuale fare la differenza”. Nel 2020 Humanware presenterà la propria offerta che è pensata per supportare con tecnologie avanzate l’assistenza a un ventaglio ampio di pazienti, da coloro che hanno difficoltà di movimento ai soggetti fragili che hanno bisogno di cure ma sono molto esposti al rischio di contagio ospedaliero.
“In Toscana si parla di telemedicina da quindici anni, proprio con l’obiettivo di rafforzare i presidi territoriali attraverso le nuove dotazioni tecnologiche: forse questa sarà la volta buona. Non avviarsi oggi verso questo nuovo paradigma significa essere fuori dalla Storia. E la Lombardia ci ha insegnato bene quali sono le conseguenze di una debole sanità territoriale, pur in presenza di strutture di eccellenza. Dalla pandemia abbiamo imparato qual è la direzione da seguire”, conclude Andrea Scoglio.