Pneumatici fuori uso diventano asfalto: la tecnologia sostenibile di Ecopneus
Pneumatici fuori uso ridotti in polvere e utilizzati per modificare l’asfalto: una tecnologia che riduce l’impatto ambientale di materiali non degradabili e che permette di ottenere strade più silenziose, durevoli e soggetta a minor manutenzione. A realizzarla è Ecopneus. Ne parliamo con Daniele Fornai, director of Operations del consorzio lombardo, relatore nel webinar del 15 giugno “Infrastrutture, la leva per una ripartenza sostenibile”
Quali sono i vantaggi di questa innovazione?
Tra le tecnologie che permettono di costruire pavimentazioni stradali estremamente durevoli, gli asfalti modificati con polverino di gomma riciclato da pneumatici fuori uso sono quelli che meglio descrivono il concetto di sviluppo sostenibile. La gomma riciclata da pneumatici, oltre ad essere una fonte di polimeri elastomeri di prima scelta, contiene anche molti additivi utilizzati per rendere gli pneumatici insensibili alle alte e basse temperature, ai raggi UV, all’ozono, ecc.. Tutti questi additivi continuano a svolgere la loro funzione una volta che la gomma è integrata nell’asfalto.
Non stupisce quindi che uno stato come la California utilizzi ogni gli asfalti gommati su oltre il 40% della propria rete viaria: sfruttando una risorsa riciclata disponibile a km 0, si ottengono pavimentazioni stradali estremamente durevoli, sempre perfette, silenziose e che garantiscono il minor costo annuale per manutenzioni.
E in Italia?
L’Italia non ha piantagioni di gomma né giacimenti petroliferi da convertire in polimeri e bitumi. La sfida oggi è smettere di pensare ai materiali riciclati come prodotti di serie B ma vederli come una grande opportunità per l’economia e per l’ambiente. Sono sicuro che gli asfalti gommati abbiano un potenziale enorme, non solo per il risanamento acustico delle aree urbane, ma anche per la costruzione di strade destinate a durare decenni senza richiedere continue manutenzioni.
La situazione delle nostre infrastrutture impone un cambiamento non più rinviabile. Cosa andrebbe fatto
Per decenni sono stati sprecati soldi in manutenzioni inadeguate che ci hanno lasciato in eredità infrastrutture fortemente degradate la cui riqualificazione richiederebbe uno sforzo economico enorme.
Per anni abbiamo preferito tinteggiare le mura di casa anziché riparare il tetto ed oggi ci troviamo l’acqua in casa e guardiamo con sospetto le travi sopra di noi. Occorre dunque ripartire bene, utilizzando le risorse oggi liberate per costruire infrastrutture destinate a durare nel tempo e che possano ancora essere adeguate per il traffico del 2080 ed oltre.
Ma come?
L’enorme capacità di elaborazione dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni, unita all’innovazione dei materiali e delle tecnologie, permettono oggi di progettare e costruire infrastrutture destinate a durare negli anni. Non è più tempo di “abbiamo sempre fatto così” e di capitolati figli dell’uso compulsivo del “copia & incolla”.