Recuperare vecchie bici e rivederle. Un lavoro che da 20 anni viene fatto dai detenuti grazie ai progetti per il reinserimento lavorativo della Cooperativa sociale Ulisse. Una realtà consolidata che per innovarsi punta sul green e sulla sostenibilità.
Giovanni Autorino, presidente della coop, come nasce questa realtà?
Nasce a Firenze nel 1998 su spinta del mondo della cooperazione e delle associazioni di volontariato. Fin da subito abbiamo sviluppato attività orientate al bisogno di lavoro delle persone che seguiamo. Nel tempo abbiamo sviluppato attività di bar e ristorazione, cura del verde, pulizia, manutenzioni e segreteria. In particolare, dal 2000 abbiamo iniziato a lavorare con le biciclette abbandonate della Depositeria del Comune di Firenze, collaborando con il carcere di Sollicciano. Abbiamo creato un’officina all’interno del carcere, finalizzata al recupero delle bici, che invece di finire in discarica vengono ripristinate e messe in vendita grazie al lavoro dei detenuti e delle persone svantaggiate. Negli anni questo progetto si è evoluto: abbiamo siglato accordi con vari soggetti privati e pubblici e abbiamo creato il marchio Piedelibero.
Su quali progetti puntate per il futuro?
Su progetti che unisco sostenibilità ambientale e sociale. Abbiamo appena presentato il progetto Tri-cicli, coinvolgendo i bambini della scuola materna e mostrando loro come si possono recuperare i loro tricicli. Oltre a questo vogliamo rilanciare il nostro marchio e la nostra attività legata al recupero delle bici. Vogliamo realizzare nuove linee di prodotto da poter mettere sul mercato grazie al web, anche a livello internazionale, nuovi prodotti di merchandising legati al marchio e potenziare le attività di natura ambientalista.
Perché vi siete candidati a Primavera d’Impresa?
Ci è sembrato bello e interessante, per dare eco a quella che è la nostra idea di sostenibilità.